L'Olio Extravergine d'Oliva Bruzio DOP è ottenuto dalle varietà di olive: Tondina, Carolea, Grossa di Cassano, Rossanese. La denominazione deve essere accompagnata dalle seguenti menzioni geografiche aggiuntive: Fascia Prepollinica, Vallecrati, Colline Joniche Presilane, Sibartide, alle quali risultano corrispondere caratteristiche organolettiche e di consumo differenti. Deve il suo nome all’antica popolazione dei Bruzi. È un olio dalle calde tonalità dorate o verdognole, in cui l’acidità non supera lo 0,8%; ha odore e sapore fruttati e vegetali, con intensità e peculiarità differenti e viene commercializzato con l’indicazione della sottodenominazione dell’area di produzione. Primo tra gli oli extravergine di oliva calabresi a ottenere il riconoscimento Dop dall'Unione Europea, l'olio extravergine Bruzio si produce in quattro zone diverse della provincia di Cosenza, alle quali sono assegnate quattro menzioni geografiche aggiuntive. Omero lo chiamava “liquido d’oro”. Nell’antica Grecia, gli atleti ritualmente lo strofinavano su tutto il corpo. L’olio d’oliva è stato più di un semplice cibo per le genti del Mediterraneo: è stato un medicinale, una infinita e magica sorgente di fascinazione e meraviglia, fonte di ricchezza e potenza. Con l’espansione delle colonie greche, la coltura dell’ulivo ha raggiunto la Calabria (il “Brutium”) nell’VIII sec. a.C. Alberi di ulivo erano piantati nell’intera regione sotto l’impero romano e, secondo lo storico Plinio, la nostra terra aveva “eccellente olio d’oliva a prezzi ragionevoli” già nel I sec. a.C.: “Il migliore nel mediterraneo”, sosteneva.
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